Abbiamo studiato in geografia il fenomeno dell’emigrazione.
A Cristiano sono piaciute queste parole della canzone «Trenta giorni di nave a vapore» che riportava il nostro libro di testo
fino in America noi siamo arrivati
fino in America noi siamo arrivati
abbiam trovato né paglia né fieno
abbiam dormito sul nudo e terreno
come le bestie abbiam riposà
Se volete ascoltare la canzone nell’interpretazione di un coro fate clic su questo link.
Fra i tanti canti dell’emigrazione ci sono molti in lingua friulana:
Ecco un esempio:
L’emigrant
Un dolôr dal cûr mi ven
dut jo devi bandonâ
patrie, mame e ogni ben
e pal mont mi tocje lâ
Za ‘o viôt lis lagrimutis
di chel agnul a spuntâ
e, bussânt lis sôs manutis
jo ‘i dîs: "mi tocje lâ"
Video in lingua inglese che offre una interessante documentazione fotografica dell’emigrazione verso gli Stati Uniti.
Nei secoli XIX e XX, quasi 30 milioni d’italiani hanno lasciato l’Italia con destinazioni principali le Americhe, Australia, Europa occidentale.
Continua a leggere qui.
Hai fornito una documentazione interessante, tutta da esplorare. Ritornerò con calma.
Mi viene, però, spontanea un’amara riflessione in linea con i tempi attuali.
Siamo stati un popolo di migranti, ma sembra che abbiamo dimenticato questo fatto, vista l’accoglienza che riserviamo ai migranti che vengono a bussare a casa nostra…
Serena domenica
annarita
Molto bella, Renata
questa “educazione”. Importante come non mai… Che le nuove generazioni conoscano il nostro passato, in tutti i suoi aspetti.
Commuove la sensibilità di Cristiano, immagino di tutti i bimbi.
baci
g
Sì, la conoscenza, storica in questo caso, dovrebbe portare a una maggiore consapevolezza e nutrire la sensibilità, che è vero nei bambini è presente, Giovanna.
Chi diceva che la storia è maestra di vita, ma la vita è una pessima allieva?
Mai avviene questo come in questi nostri tempi – amari, sì – come la tua riflessione, Annarita.
Un link e un abbraccio.
Sì, la conoscenza, storica in questo caso, dovrebbe portare a una maggiore consapevolezza e nutrire la sensibilità, che è vero nei bambini è presente, Giovanna.
Chi diceva che la storia è maestra di vita, ma la vita è una pessima allieva?
Mai avviene questo come in questi nostri tempi – amari, sì – come la tua riflessione, Annarita.
Un link e un abbraccio.