I numeri arabo-indiani

Chiara mi ha inviato in mail un file con una rappresentazione dei simboli numerici.
Potete trovare qui il file inviatomi da Chiara, in inglese lo trovate a questo link.

L’ipotesi che la grafia dei simboli numerici derivi dal numero di angoli, pur essendo curiosa, non sembra avere alcun fondamento storico, è dunque un’ipotesi fantasiosa.

(Link aggiornato a giugno 2018: https://en.wikipedia.org/wiki/Arabic_numerals:
Popular myths
Some popular myths have argued that the original forms of these symbols indicated their numeric value through the number of angles they contained, but no evidence exists of any such origin.)

Le cifre numeriche così come le conosciamo e che sono usate nella maggior parte del mondo furono diffuse in Occidente dagli Arabi.
espansione araba


Gli Arabi nei loro commerci e durante la loro espansione entrarono in contatto con l’India e dalla civiltà indiana impararono i numeri, che sono infatti anche detti numeri indiani o arabo-indiani.
Un grande matematico arabo, Al Khuwarizmi, nato nell’843, è rimasto famoso per i suoi libri che hanno ampiamente contribuito a diffondere la notazione posizionale delle cifre, lo zero e i metodi di calcolo di origine indiana.

Fibonacci WikipediaLeonardo Fibonacci (Pisa, 1170 – 1250 circa), assieme al padre, un facoltoso mercante, si recò nell’attuale Algeria dove studiò i procedimenti aritmetici che si stavano diffondendo nelle varie regioni del mondo islamico.
Nel 1202 pubblicò (e nel 1228 ristampò) il Liber Abaci, opera nella quale introdusse per la prima volta in Europa le nove cifre, da lui chiamate indiane e il segno 0, che in latino è chiamato “zephirus” (zefiro), adattamento dell’arabo sifr, che significa zero. Per mostrare l’utilità del nuovo sistema egli pose sotto gli occhi del lettore una tabella comparativa di numeri scritti nei due sistemi, romano e indiano.

Una pagina del Liber abaci con le cifre arabo-indiane (clic sull’immagine per ingrandire).
Liber abaci

La prima rappresentazione delle cifre indo-arabe in Occidente si trova in un codice (libro manoscritto) spagnolo, il Codex Vigilanus, del x secolo, 976 d. C.
codex vigilanus cifre arabe

Ora che abbiamo compreso che l’ipotesi della corrispondenza della grafia delle cifre con il numero di angoli che la compongono non ha riscontri, possiamo inserire comunque l’immagine che la mostra: lo zero ha zero angoli, l’uno ne ha uno, e così via.
cifre arabe

Link in Wikipedia:

7 thoughts on “I numeri arabo-indiani

  1. Bello bello…

    per iniziare con la prima.

    Assieme ai nostri raccontini verremo a leggere qui!

    Brava Chiara, non conoscevo la curiosa ipotesi degli “angoli”. E comunque, viva sempre la fantasia! 🙂

    bacionii

    g

  2. bo, ho scritto e mi dà errore nel commento. ripeto…

    Documento davvero interessante. La storia con integrazione dei “giochi”… molto ben fatto.

    grazie Rena’,

    g

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.