Cartoni e dimensioni

Spulciando nel blog del professor Davide, mi sono imbattuta in questa pagina che parla del metodo scientifico e in cui si cita un cartone animato ungherese: «La famiglia Mezil».
Wikipedia - Ungheria
Uno dei personaggi della famiglia è Aladar, un ragazzino i cui passatempi preferiti sono gli esperimenti scientifici e le invenzioni più strane.
Wikipedia: Aladar - famiglia Mezil
La vostra maestra non conosceva il cartone animato. Internet peraltro ci permette di sopperire all’ignoranza e di vedere cose mai viste :-). Voi conoscete la serie della Famiglia Mezil?
Ho scelto per voi di questa serie «Il pianeta a due dimensioni»:

Il titolo del cartone mi ha richiamato Flatlandia.
Adattato da Wikipedia:

Flatlandia è un racconto fantastico del XIX secolo scritto da Edwin Abbott Abbott. Il racconto parla della vita di un abitante (un Quadrato) di un ipotetico universo bidimensionale (flat in inglese significa piatto, piano) che entra in contatto con l’abitante di un universo tridimensionale, la Sfera.

Questa la copertina di una delle prime edizioni:
Wikipedia - Flatland

Immagini dal libro:

Wikipedia - Flatlandia
Una semplice casa a Flatlandia
Wikipedia - FlatlandiaLa Sfera incontra Flatlandia

Wikipedia - flatlandia

Dal libro sono stati tratti o al libro si sono ispirati più film d’animazione e spettacoli teatrali. Eccovene alcuni.

Dottor Quantum a Flatlandia.

Questo, sottotitolato in inglese, è del 2007.

Questo invece è un cortometraggio animato italiano del 1982.


Link: il libro in pdf.

Chiamo il nostro mondo Flatlandia, non perché sia così che lo chiamiamo noi, ma per renderne più chiara la natura a voi, o Lettori beati, che avete la fortuna di abitare nello Spazio.
Immaginate un vasto foglio di carta su cui delle Linee Rette, dei Triangoli, dei Quadrati, dei Pentagoni, degli Esagoni e altre Figure geometriche, invece di restar ferme al loro posto, si muovano qua e là, liberamente, sulla superficie o dentro di essa, ma senza potersene sollevare e senza potervisi immergere, come delle ombre, insomma – consistenti, però, e dai contorni luminosi. Così facendo avrete un’idea abbastanza corretta del mio paese e dei miei compatrioti. Ahimè, ancora qualche anno fa avrei detto: «del mio universo», ma ora la mia mente si è aperta a una più alta visione delle cose.

In un paese simile, ve ne sarete già resi conto, è impossibile che possa darsi alcunché di quel che voi chiamate «solido». Può darsi però che crediate che a noi sia almeno possibile distinguere a prima vista i Triangoli, i Quadrati, e le altre Figure che si muovono come ho spiegato. Al contrario, noi non siamo in grado di vedere niente di tutto ciò, perlomeno non in misura tale da poter distinguere una Figura da un’altra. Niente è visibile per noi, né può esserlo, tranne che delle Linee Rette; e il perché lo dimostrerò subito.

Posate una monetina nel mezzo dì uno dei vostri tavolini nello Spazio, e chinatevi a guardarla dall’alto. Essa vi apparirà come un Cerchio.
Ma ora, ritraendovi verso il bordo del tavolo, abbassate gradatamente l’occhio (avvicinandovi così sempre più alle condizioni degli abitanti della Flatlandia), e vedrete che la monetina diverrà sempre più ovale; finché da ultimo, quando avrete l’occhio precisamente all’altezza del piano del tavolino (cioè, come se foste un autentico abitante della Flatlandia), la moneta avrà cessato di apparire ovale, e sarà divenuta, per quanto potrete vederla, una Linea Retta.

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