SETTE

Per Francesca, che canticchiava questa canzoncina dello Zecchino d’Oro mentre facevamo gli esercizi sul sette, e per tutti i magnifici bimbi di classe prima.
Pronti ad ascoltare?
7 – 6 – 5 – 4 – 3 – 2 – 1 – 0
via…

scala musicale

sette nani
7 SONO I GIORNI DELLA SETTIMANA,

7 I RE DI ROMA CHE 7 COLLI HA.
7 SONO I NANI INTORNO A BIANCANEVE,
7 SONO I MARI PER CHI LI CONTERÀ.

7 SON LE NOTE SOPRA LO SPARTITO,
7 BEI COLORI L’ARCOBALENO AVRÀ.

Qui sotto potete leggere tutto il testo della canzoncina «Sette».arcobaleno

Un giorno in via Pitagora, due numeri a passeggio
Discussero con vanto l’intero pomeriggio.
Il 3 da gran pettegolo, diceva: “son perfetto”.
Ma il 12 contava i mesi per dispetto.
Di colpo da un balcone, cantando, si affacciò
Il 7 buontempone che così li punzecchiò:
CORO:
7 sono i giorni della settimana,
7 i Re di Roma che 7 colli ha.
7 sono i nani intorno a Biancaneve,
7 sono i mari per chi li conterà.
SOLISTA:
7 son le note sopra lo spartito,
7 bei colori l’arcobaleno avrà.
CORO:
7 meraviglie l’uomo ha costruito
Sudando le camicie, ma quante chi lo sa?
SOLISTA:
Sono 7!
CORO:
7, 7 non si parla che di 7!
7, 7 non si parla che di te.
7, 7 non si parla che di 7!
7, 7 solo 7 ma perchè? Ma perché?
SOLISTA:
Al bar del centro il 12 pensava sempre più
Se il gatto ha sette vite quante sono le virtù?
CORO: 7!
Non hanno invidia i numeri, non peccano lo sai
Così contò i peccati, non l’avesse fatto mai!
CORO: 7!
SOLISTA:
Al 3 per l’imbarazzo poi venne un gran singhiozzo,
Il 7 scese in piazza e dell’acqua gli portò!
SOLISTA CORO:
Sì ma quanti sorsi?
SOLISTA:
7!
CORO:
7 sono i giorni della settimana,
7 i Re di Roma che 7 colli ha.
7 sono i nani intorno a Biancaneve,
7 sono i mari per chi li conterà.
SOLISTA:
7 son le note sopra lo spartito,
7 bei colori l’arcobaleno avrà.
CORO:
7 meraviglie l’uomo ha costruito
Sudando le camicie ma quante chi lo sa?
SOLISTA:Sono 7!
CORO:
7, 7 non si parla che di 7!
7, 7 non si parla che di te.
7, 7 non si parla che di 7!
7, 7 solo 7 adesso sai perché! Adesso sai perché!
SOLISTA:
Adesso sai perché!
CORO:
7!

LA PULCE

UN DUE TRE
QUATTRO CINQUE SEI

UN SALTINO E SONO
SULLA GAMBA DI COSTEI.


UN DUE TRE
QUATTRO CINQUE SEI

MI PERMETTA UN MORSETTINO
SCUSI NON CE L'HO CON LEI.


UN DUE TRE
QUATTRO CINQUE SEI

LA PANCINA ADESSO È PIENA
CIAO GOODBYE AUF WIEDERSEHEN.

 

La pulce di Sergio Endrigo
(di Sergio Bardotti – Vinicius De Moraes – Toquinho)

Michel Petrucciani

Michel Petrucciani (1962 – 1999) è stato un pianista francese, fra i più apprezzati di tutti i tempi nel genere jazz.
Suo nonno era di Napoli, il padre Antoine Petrucciani, meglio conosciuto come Tony Petrucciani, un rinomato chitarrista jazz, Michel imparò fin da bambino a suonare la batteria e il pianoforte, dedicandosi prima allo studio della musica classica e poi al jazz, nutrendosi della collezione del padre. Si esibì in pubblico per la prima volta all’età di 13 anni e la sua carriera professionale prese avvio già all’età di 15 anni.

Colpito alla nascita da una malattia genetica, Petrucciani considerava tale disagio fisico come un vantaggio, che gli permise in gioventù di dedicarsi completamente alla musica.

[Adattato da Wikipedia]


Stelutis Alpinis

In questi giorni, in cui stiamo approfondendo in geografia lo studio della nostra regione, ci siamo imbattuti spesso in riferimenti storici. I monti delle Alpi Giulie e la valle dell’Isonzo sono stati teatro di aspri combattimenti nel corso della Grande Guerra.

Nella cartina il fronte italiano:
fronte italiano prima guerra mondiale

Stelutis alpinis è uno fra i più celebri brani corali della tradizione italiana, composto da Arturo Zardini (Pontebba, 9 novembre 1869 – Udine, 4 gennaio 1923).

Scritto in friulano è per gli abitanti di questa regione, e non solo, un vero e proprio inno. Composto da Zardini quando era profugo a Firenze durante la prima guerra mondiale.


Se tu vens cà sù ta’ cretis,
là che lôr mi àn soterât,
al è un splàz plen di stelutis:
dal miò sanc ‘l è stât bagnât.

Par segnâl une crosute
jé scolpide lì tal cret:
fra chês stelis nàs l’arbute,
sot di lôr jo duâr cuièt.

Ciol sù, ciol une stelute:
je ‘a ricuarde il néstri ben,
tu ‘i darâs ‘ne bussadute,
e pò plàtile tal sen.

Quant che a ciase tu sês sole
e di cûr tu preis par me,
il miò spirt atòr ti svole:
jo e la stele sin cun té.

Se tu vieni quassù tra le rocce,
laddove mi hanno sepolto,
c’è uno spiazzo pieno di stelle alpine:
dal mio sangue è stato bagnato.

Come segno una piccola croce
è scolpita lì nella roccia:
fra quelle stelle nasce l’erbetta,
e sotto di loro io dormo quieto.

Cogli cogli una piccola stella:
ti ricorderà il nostro amore.
Dalle un piccolo bacio,
e poi nascondila sul tuo seno.

Quando a casa tu sarai sola
e di cuore pregherai per me
il mio spirito ti aleggerà intorno
io e la stella siamo con te. 

Scene dallo spettacolo di Natale

Eccovi finalmente i video dello spettacolo di Natale.

Sono alcune scene, alcuni momenti, di uno spettacolo che ha visto partecipare tutte le classi della nostra scuola.
Un particolare ringraziamento va a Sandra, la nostra bravissima maestra di musica.

Abbiamo potuto ascoltare poesie, filastrocche,  messaggi augurali e canzoni in più lingue:

italiano, friulano, arabo, rumeno, sardo, spagnolo, albanese, cinese, inglese

È stata una festa di Natale bellissima con mille suoni e mille colori.

Clic sull’immagine:
musiche natale

Biblioteca: Le avventure di Pinocchio

In Google libri: «Le avventure di Pinocchio: storia di un burattino» di Carlo Collodi (Firenze 1826-1890)

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