Scratch

Questo articolo è per tutti voi e in particolare per Nicolò che mi ha chiesto di riparlargli di Scratch. Con Nicolò e Pietro abbiamo provato oggi il programma, cinque minuti prima della mensa.
scratch
Scratch è un linguaggio di programmazione didattico, nato nel 2006, del Mit Media Lab. Il Massachusetts Institute of Technology (MIT) è una delle più importanti università di ricerca del mondo, con sede a Cambridge, nel Massachusetts (Stati Uniti).
Può essere usato da tutti, bambini e anche adulti, per realizzare progetti semplici o più complessi.

Qui sotto vedete il progetto di una ragazzina di 13 anni. A Kelly potete cambiare vestiti e… faccia.

Yoshi, l’inventore di questo gioco, ci dice: «In questo gioco devi parlare con conchiglia e poi…giocare!». Provate.

Il progetto che segue riguarda il calcolo di potenze.

Questa guida tradotta dall’inglese dal professor Roberto (Nilocram), riguarda la versione 1.4. Potete scaricare questa versione o quella più recente sul vostro computer da questa pagina, con la supervisione di un adulto.

Altre guide anche in video consigliate dal maestro Roberto Sconocchini:

logo_tarta

Negli anni ’60 dal professor Seymour Papert, sempre del MIT, fu ideato e realizzato il linguaggio di programmazione LOGO.

LOGO, il linguaggio della tartaruga, in Splash Scuola

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Per i grandi – Mitch Resnick: Let’s teach kids to code (sottotitolato in italiano)

Soroban


Vi propongo un altro lavoro del professor Jerzy Mil: il soroban, un abaco giapponese, realizzato con GeoGebra.
Gli abachi sono antichi strumenti di calcolo, usati in Mesopotamia (2700-2300 a. C.), Egitto, Cina (sin dal 2000 a.C), Persia, e utilizzati in seguito anche tra i Greci e i Romani.
Abachi giapponesi:
Wikipedia abachi giapponesi
Suanpan
In questo abaco cinese, il suanpan, è rappresentato il numero 6.302.715.408.
abaco cinese
Un anello che è un piccolo abaco cinese.

Nella foto vedete una yupana, un curioso abaco dell’Impero inca (XIII secolo-XVI secolo) del continente americano, sul cui uso ci sono più ipotesi.
Wikipedia - yupana
Alcune varianti della yupana sono state adottate in diversi progetti didattici in tutto il mondo, in particolare in alcune scuole del Sud America.
Wikipedia - Impero inca

Ritorniamo al soroban giapponese, l’uso di questo abaco è insegnato ancora oggi nelle scuole elementari come aiuto per il calcolo mentale. Chi diventa abile nell’usare il soroban diventa per lo più abile anche nel calcolo mentale. Con il soroban, come mostra il video inserito qui sotto, si può riuscire a essere più veloci di una calcolatrice elettrica.
Andate a esempio a 2:50 minuti del video e osservate con attenzione le dita della ragazza, sta facendo il calcolo a mente e le sue dita si muovono leggermente come se spostassero le perle del soroban.

Torniamo al lavoro del professor Mil, fate clic sull’immagine.
Soroban
Spostate gli esagoni verdi o cliccatevi su. Quanto valgono gli esagoni? Fate delle prove per scoprirlo.
Formate i numeri da 1 a 20. Avete compreso il sistema?
Qual è il numero più grande che può essere scritto con questo soroban?


Per i grandi:

Per i grandi: Richard Dawkins sul nostro “bizzarro” universo

«Il biologo Richard Dawkins promuove il “pensare l’improbabile” esplorando come il sistema di riferimento umano limiti la nostra capacità di comprendere l’universo.»

«La scienza ci ha insegnato, contro ogni intuizione, che oggetti all’apparenza solidi, come cristalli e rocce, sono in realtà quasi interamente composti da spazio vuoto. E l’immagine familiare è il nucleo di un atomo rappresentato da una mosca nel mezzo di uno stadio sportivo e l’atomo vicino è nello stadio sportivo accanto. Così apparirebbe che la roccia più dura, più solida, più densa è in realtà quasi interamente spazio vuoto, puntuato solo da minuscole particelle così ampiamente distanziate che sembrerebbero non contare. Perché, allora, le rocce appaiono alla vista e al tatto solide e dure e impenetrabili?»

Auguri, Emma!

Oggi compie cento anni Emma Castelnuovo.

Auguri, Maestra di noi maestri. Grazie!

Festival della Matematica: Lectio Magistralis (2007)

Link aggiornati

 

Terry More, l’incognita e la «parafrasi della matematica»

Lo scorso giovedì discutevamo del fatto che non sempre ciò che noi adoperiamo per descrivere fatti matematici è usato dai veri matematici.
Avete subito compreso che il rettangolino arancione, che noi usiamo, non è certo un simbolo dei matematici.
Eppure è una semplificazione che ci è molto utile, una matematica più adatta ai bambini, più semplice e chiara.
Pietro ha allora esclamato: «È come la parafrasi della matematica!». Possiamo pensarla proprio così.

Torniamo al nostro rettangolino arancione, lo usiamo in quelle che chiamiamo operazioni aperte e spesso a voi viene naturale usarlo anche nei problemi.

Provate qui sotto a trovare il numero esatto e a inserirlo nel rettangolino arancione.

Come leggiamo il rettangolino?
Diciamo: «qualcosa che non sappiamo». I matematici chiamano questo «qualcosa che non sappiamo» incognita e il suo simbolo è la x.

Dal sito del Ted:

Perché la x è diventata il simbolo dell’incognita? In questo breve ma esilarante intervento, Terry Moore ci offre una risposta sorprendente.

Il video è più adatto ai grandi, ma proviamo. Terry More ci spiega che la x veniva usata al posto di una lettera dell’alfabeto arabo.

Questa è la lettera Shīn, e rappresenta il suono che assomiglia alla nostra SC di scena. È anche la prima lettera della parola shalan, che significa “qualcosa” proprio come la parola inglese “something” (qualcosa) — una cosa indefinita, ignota.

Ora, in arabo la possiamo rendere definita aggiungendo l’articolo determinativo “al”. Diventa dunque “al-shalan“, la cosa ignota. Qualcosa che non sappiamo.


Vedi anche: I numeri arabo-indiani